Bibliografia

CANNABIDIOLO, UN AIUTO PER LA SESSUALITÀ?

Carezze, baci, coccole e intimità sono fondamentali per l’eccitazione sessuale della donna, per facilitare il rapporto, per raggiungere il piacere e avere il pieno appagamento sessuale. A volte però tutto ciò può non essere sufficiente. Il calo del desiderio, soprattutto nelle coppie già rodate, il dolore durante i rapporti associato alle problematiche tipiche della menopausa, lo stress e anche l’ansia sono alcuni dei problemi che minano il benessere sessuale della coppia.

L’olio di CBD può essere un valido aiuto per riaccendere il desiderio e vivere una sessualità più soddisfacente. Le donne che hanno utilizzato cannabis legale (quindi ad alto contenuto di cannabidiolo, sostanza priva di effetto psicoattivo) prima dei rapporti sessuali hanno dichiarato di raggiungere più facilmente l’orgasmo, di provare piacere per un tempo maggiore e di non provare dolore durante il rapporto sessuale.

L’olio può essere applicato localmente con un massaggio nelle parti intime per stimolare un migliore afflusso di sangue e preparare i genitali al rapporto oppure può essere assunto in gocce per avere un effetto sistemico più completo.

Secondo il report dell’OMS il cannabidiolo non provoca effetti collaterali sulla nostra salute, è ben tollerato negli esseri umani (e negli animali), e non è associato ad alcun effetto negativo sulla salute pubblica. La commissione di esperti ha anche affermato che il CBD non induce dipendenza fisica.

I dati scientifici sono ancora preliminari ma secondo un recente studio pubblicato su Sexual medicine le donne che assumevano cannabis dichiaravano di avere rapporti più appaganti, aumentato desiderio e assenza di dolore durante l'atto.1

Perché il CBD migliora la sessualità?

Il CBD interagisce con moltissimi recettori sia a livello centrale sia a livello periferico con molteplici effetti e ricadute anche nella sfera sessuale.
In particolare si è visto che il CBD:

  • disinibisce, riducendo l’ansia e migliorando l’umore;
  • riduce il dolore che si può avere durante l'atto sessuale;
  • stimola il desiderio.


Effetti sull’ansia, stress e umore.
L’effetto ansiolitico del CBD è da attribuire alla capacità della molecola di stimolare il rilascio della serotonina, neurotrasmettitore che gioca un ruolo chiave nella regolazione dell’umore e nel controllo dell’ansia.2

Effetti sul dolore. il cannabidiolo è un efficace antinfiammatorio e l’uso locale con un balsamo o l’olio può aiutare la donna a stimolare la naturale lubrificazione vaginale riducendo il dolore causato da secchezza o irritazione.

Effetti sul desiderio sessuale. il CBD stimola il desiderio sessuale attraverso un duplice meccanismo: se somministrato localmente dilata i vasi sanguigni favorendo il flusso di sangue e la lubrificazione, se somministrato per via sistemica agisce a livello centrale stimolando il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore alla base del meccanismo dell’eccitazione sessuale. Quest’ultimo sembrerebbe il meccanismo principale alla base della relazione tra cannabidiolo e appagamento sessuale: molti dei recettori dei cannabinoidi sono stati identificati proprio nelle aree del cervello deputate alla funzionalità sessuale: ipotalamo, corteccia prefrontale, amigdala e ippocampo.3,4

CANNABIS E’ VERO CHE...

E’ vero che gli endocannabinoidi hanno un ruolo importante nella riproduzione? Vero. Gli endocannabinoidi hanno un importante ruolo nella riproduzione, in particolare nella produzione degli ormoni sessuali femminili con conseguenze sulla regolazione del ciclo mestruale femminile.
Per comprendere meglio il meccanismo è necessario descrivere il funzionamento del rilascio degli ormoni sessuali. Il controllo principale del rilascio ormonale avviene a livello centrale, nel cervello, più precisamente nell’ipotalamo. L’ipotalamo genera ormoni, definiti fattori di rilascio (realising hormone RH), che hanno la funzione di stimolare l’ipofisi, piccola ghiandola situata sotto l’ipotalamo, a produrre ormoni che a loro volta agiranno sulle ghiandole periferiche (ovaio e testicolo), stimolandole a produrre estrogeno e progesterone nella donna e testosterone nell’uomo. Secondo quanto emerge dagli studi gli endocannabinoidi interferiscono con questo meccanismo stimolando la produzione di fattori di rilascio (GnRH) da parte dell’ipotalamo.

È vero che il cannabidiolo può essere utile per facilitare i rapporti in menopausa? Vero. In menopausa, a causa del cambiamento ormonale e in particolare della scomparsa degli estrogeni, le mucose sono meno lubrificate. La donna lamenta fastidio, prurito e irritazione della vagina, i rapporti sessuali sono più difficili e possono diventare dolorosi. Il dolore è causato dalle abrasioni (microscopiche, ma dolorose) che possono comparire sulla mucosa all’entrata della vagina. L’olio di CBD può essere un valido aiuto sia perché riduce il dolore grazie al suo effetto antinfiammatorio sia perché stimola la circolazione sanguigna e favorisce la lubrificazione. Inoltre recenti studi, stanno mettendo in luce una possibile efficacia del cannabidiolo nel miglioramento della sintomatologia della menopausa, in particolare: disturbi del sonno, ansia e cambiamenti di umore.6

E’ vero che il cannabidiolo può migliorare i sintomi della sindrome premestruale? Vero. Molte donne alcuni giorni prima del ciclo mestruale lamentano dolore, insonnia, irritabilità e depressione. Sembra che la cannabis possa aiutare anche a tenere sotto controllo i sintomi tipici del periodo premestruale. Non è ancora chiaro quale sia l’esatto meccanismo alla base ma sembra che dipenda da un’azione antinfiammatoria dei cannabinoidi.8,9

Bibliografia
  1. Lynn BK, Lopez JD, et al. The relationship between marijuana use prior to sex and sexual function in women. Sex Med 2019;7:192-7.
  2. Sales AL, Fogaca MV, et al. Cannabidiol induces rapid and sustained antidepressant-like effects through increased bdnf signaling and synaptogenesis in the prefrontal cortex. Mol Neurobiol 2019;56:1070-81.
  3. Lynn B, Gee A, et al. Effects of cannabinoids on female sexual function. Sex Med Rev 2019.
  4. Lazenka MF, Tomarchio AJ, et al. Role of dopamine type 1 receptors and dopamine- and camp-regulated phosphoprotein mr 32 kda in δ9-tetrahydrocannabinol–mediated induction of δfosb in the mouse forebrain. J Pharmacol Exp Ther 2015;354: 316-27.
  5. Walker OLS, Holloway AC, et al. The role of the endocannabinoid system in female reproductive tissues. J Ovarian Res 2019;12:3.
  6. Hill, M. and Gorzalka, B. (2009). The endocannabinoid system and the treatment of mood and anxiety disorders. CNS Neurological Disorders Drug Targets 2009;8:451-8.
  7. Kogan, Natalya M., et al. Cannabidiol, a major non psychotropic cannabis constituent enhances fracture healing and stimulates lysyl hydroxylase activity in osteoblasts. J Bone Miner Res 2015;30:1905-13.
  8. Slavin MN, Farmer S, et al. Cannabis and symptoms of PMS and PMDD. Addiction Research and Theory 2017
  9. Russo EB. Cannabis treatments in obstetrics and gynecology: a historical review. Journal of Cannabis Therapeutics 2002;2:5-35

Endometriosi, in che cosa consiste e quale utilità ha l’assunzione di cannabidiolo? L’endometriosi è una condizione caratterizzata dalla presenza di cellule dell’endometrio, la mucosa che riveste l’utero, al di fuori dell’utero stesso.4 Ciò determina uno stato di infiammazione con conseguenti dolori durante il periodo premestruale, mestruale e dell’ovulazione. Non è raro inoltre che la donna lamenti dolore cronico anche durante i rapporti sessuali. Per la gestione di questa condizione la terapia di riferimento è di tipo ormonale in associazione a farmaci antinfiammatori; tuttavia la terapia farmacologica non è sempre sufficiente per la gestione e il controllo del dolore.4,5
Recenti studi, ancora preliminari, hanno evidenziato il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nella patogenesi della malattia, mostrando una riduzione del dolore nelle donne che utilizzano cannabis. Chi soffre di endometriosi sembra avere una minore espressione dei recettori CB1 nell’utero e si ipotizza che tale caratteristica possa contribuire alla sensazione dolorosa.5 Secondo quanto emerge dagli studi la somministrazione di cannabinoidi per via esterna permette una migliore modulazione del sistema endocannabinoide con ricadute positive sulla gestione del dolore.6

Bibliografia
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  • Armour M, Sinclair J, et al. Self-management strategies among Australian women with endometriosis: a national online survey. BMC Complement Altern Med 2019;19:

LA VISNADINA

Il crescente interesse per il miglioramento della funzione sessuale delle donne fornito dall'applicazione topica vulvare di Visnadina, una sostanza estrattiva naturale con proprietà vasodilatatorie, è stato valutato in numerose recenti ricerche cliniche.

La visnadina è un principio attivo del frutto di Ammi visnaga, una pianta appartenente alla famiglia delle Umbelliferae,

La Visnadina agisce inibendo le risposte contrattili mediate dall’apertura dei canali di ingresso Ca2þ.

Una ricerca clinica in cieco vs placebo, di Sparavigna A, et al. (2019), ha valutato l'attività vasocinetica di un gel alla Visnadina sui genitali della mucosa di 15 donne in postmenopausa in buona salute investigando sul l'efficacia del trattamento secondo il giudizio soggettivo delle donne misurando il calore, grado di lubrificazione, e le sensazioni a livello vulvare. La ricerca ha dimostrato che una singola applicazione di Visnadina ha determinato un aumento significativo dell'iperemia vulvare, accompagnata da un aumento significativo del turgore locale rispetto al placebo. Le donne hanno riportato una piacevole sensazione di benessere.

Precedentemente erano stati condotti altri RCT:

· Caputo A e coll (2018) hanno studiato l’effetto di un olio alla visnadina su 60 mediante un questionario di auto-valutazione con 19 domande in sei settori tra cui desiderio, eccitazione, lubrificazione, orgasmo, soddisfazione e dolore. Quelli con un punteggio finale FSFI ≥26 - considerato come una vita sessuale fisiologica - rappresentavano il gruppo di controllo. al contrario, sono stati assegnati al gruppo sperimentale se il loro punteggio FSFi era <26, indicando così una vita sessuale scarsamente soddisfacente.

La soddisfazione dell'attività sessuale - come valutato dalle donne al basale (T0) e dopo 8 settimane (T1) da FSFI - erano le misure primarie di efficacia. Sono state incluse 29 donne in ciascun gruppo. Le differenze si sono posizionate dal 19% per l'orgasmo al + 36% per la soddisfazione. La variazione nel punteggio totale FSFi è stata del + 24%, e tutte le differenze osservate erano statisticamente significative (T0 vs. T1, P <0,05).

Nel complesso, tutti i valori delta erano di gran lunga superiori nel gruppo sperimentale, rispetto ai controlli (P <0,05 per tutti i confronti). Per la stragrande maggioranza delle donne appartenenti al gruppo sperimentale (27/29, 93%), è stato raggiunto un punteggio "fisiologico" di 26.

· Laganà AS, et al (2018) in studio pilota a braccio singolo hanno studiato invece l’effetto di visnadina associata a colostro sull’atrofia vaginale in 47 donne in post-menopausa. L'indice di funzione sessuale valutato mediante un questionario è stato valutato al tempo e dopo 15 giornii di trattamento, registrando un significativo miglioramento di tutti i parametri e del punteggio totale (p <0,0001). Uno studio pilota, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, è stato condotto (2017).

Gli AA hanno valutato l'efficacia e la tollerabilità di una formulazione Visnadina su 60 donne volontarie per 30 giorni. La principale misura di esito era il miglioramento del punteggio dell'Indice di funzione sessuale femminile (FSFI) (cut-o ≤ 26,55 per disfunzione sessuale femminile [FSD]). Gli esiti secondari erano la soddisfazione sessuale e la tollerabilità con il prodotto. Gruppo trattato 30 donne vs gruppo placebo 29 donne. Nelle donne trattate c’è stato un miglioramento dell’indice FSFI da 25,0 ± 3,8 a 27,9 ± 2,4 (p <0,001), mentre non sono state osservate variazioni nel gruppo PL (da 25,4 ± 5,0 a 25,6 ± 4,7).

Differenze statisticamente significative a T1 sono state riportate in donne con diagnosi di FSD positiva (p <0,001) o negativa (p <0,01) utilizzando un trattamento attivo.

Le donne con FSD hanno riportato un miglioramento significativamente maggiore nella soddisfazione della loro funzione sessuale quando trattate con spray alla visnadina rispetto a PL (p <0,001), così come più eccitazione (p <0,001), piacere (p <0,001) e meno tempo per raggiungere orgasmo (p <0,003).

· Caruso S et al. 2018 avevano condotto uno studio clinico simile, su 38 donne di età compresa tra 25 e 40 anni affette da FSAD, arruolate tuttavia in uno studio crossover randomizzato, secondo due possibili sequenze: giornaliero e su richiesta. L'indice di funzione sessuale femminile (FSFI) e la scala di stress sessuale femminile (FSDS) sono stati utilizzati per valutare la funzione sessuale e l'angoscia sessuale, rispettivamente. Il piccolo numero di donne e la mancanza di un gruppo placebo non ponno permettere conclusioni definitive.

È interessante anche lo studio Eco Color Doppler inserito nella ricerca, utilizzato per misurare il flusso sanguigno clitorideo. Infine, il flusso sanguigno clitorideo è migliorato significativamente durante l'uso quotidiano di entrambe le sequenze (p <.001). Ogni donna aveva richiesto la consultazione per mancanza di sensazione clitoridea, mancanza di lubrificazione vaginale o per essere lenta a rispondere dopo una sufficiente stimolazione sessuale, con una incapacità ricorrente di raggiungere o mantenere un'eccitazione sessuale sufficiente. Il disegno dello studio crossover a due periodi ci ha permesso di ottenere risultati da ogni donna durante il trattamento con spray visnadina vulvare su richiesta o quotidiano.

I principali risultati dello studio sono stati che le donne affette da FSAD, non correlate ai farmaci, possono trarre beneficio dal trattamento con spray a base di Visnadina, che si è dimostrata più efficace quando è somministrata quotidianamente piuttosto che su richiesta. In effetti, le donne nella sequenza A hanno avuto un graduale miglioramento dell'attività sessuale e della qualità della vita sessuale, da richiesta a somministrazione quotidiana. La valutazione obiettiva dell'efficacia di Visnadine spray vulvare, misurata dal Doppler a colori del flusso sanguigno arterioso clitorideo ha mostrato una tendenza simile alle valutazioni soggettive. In effetti, l'ingorgo vascolare era migliore durante il quotidiano rispetto alle fasi su richiesta di entrambe le sequenze di somministrazione.

Bibliografia
  • Bernorio R, et al.Efficacy and tolerability of a spray formulation containing Visnadine in women self-reporting sexual symptoms: a randomized double-blind placebo-controlled pilot study. J Endocrinol Invest. 2018 Jun;41(6):729-737. doi: 10.1007/s40618-017-0801-0.
  • Caputo A, Natoli A, Radice R, Zanardi G, Giacomelli L.Efficacy of an intimate oil solution containing visnadine in women self-reporting sexual symptoms. Minerva Ginecol. 2018 Aug;70(4):492-493. doi: 10.23736/S0026-4784.18.04209-0.
  • Caruso S et al.Randomized crossover study investigating daily versus on-demand vulvar Visnadine spray in women affected by female sexual arousal disorder. Gynecol Endocrinol. 2018 Feb;34(2):110-114. doi: 10.1080/09513590.2017.1354366.
  • Laganà AS, et al Preliminary results of a single-arm pilot study to assess the safety and efficacy of visnadine, prenylflavonoids and bovine colostrum in postmenopausal sexually active women affected by vulvovaginal atrophy. Maturitas. 2018 Mar;109:78-80. doi: 10.1016/j.maturitas.2017.12.015.
  • Sparavigna A, et al. A randomized single-blind placebo-controlled study of a Visnadine Emulgel formulation on healthy postmenopausal women. Minerva Ginecol. 2019 Oct;71(5):353-358. doi: 10.23736/S0026-4784.19.04398-3.

LA FORSKOINA - COLEUS BARBATUS -

Dal Coleus forskohlii, pianta tipica della medicina tradizionale indiana, è estratta la forskolina, un derivato terpenico caratterizzato dal punto di vista biologico da interessanti proprietà vasodilatatorie.

Attività vascolari

La forskolina è stata studiata inizialmente da Mulhall et al. (1997) come agente vasoattivo intracavernoso nella gestione dell'impotenza vasculogenica, e successivamente da altri AA fino a considerarla una potenziale alternativa naturale al Viagra (Drewes SE, 2003).

Nei test in vitro, la forskolina e la PGE1 da sole hanno causato il rilassamento dipendente dalla concentrazione. La combinazione dei due agenti ha prodotto una risposta sinergica. L'indagine clinica in 31 pazienti non ha mostrato effetti avversi. Complessivamente il 61% di questi ha riportato un miglioramento della rigidità del pene e / o della durata dell'erezione usando una combinazione di forskolina, papaverina, fentolamina e PGE1.

L'ossido nitrico (NO) è considerato il fattore più importante per il rilassamento dei vasi dei corpi cavernosi, così come la PGE1 che agisce in parte aumentando le concentrazioni intracellulari di adenosina monofosfato ciclico (cAMP). Recenti risultati ottenuti con la forskolina stimolatore della adenilato ciclasi suggeriscono che il rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi del pene porta all'erezione del pene può essere ottenuto attraverso il percorso del cAMP (Andersson Ke et al, 1997).

I fattori di rilassamento derivati dall'endotelio (EDRF), tra cui ossido nitrico (NO), prostaciclina (PGI2) sono ora riconosciuti per indurre il rilassamento della muscolatura liscia vascolare, in parte tramite l'attivazione di canali K +. E l'attività di questi canali nei miociti vascolari è aumentata dalla forskolina e dalla protein chinasi A (PKA) (Waldron, 1999).

Attività ormonali indirette

Oltre ad una funzione quindi vasodilatante la forskolina ha dimostrato effetti biologici pure di carattere ormonale sulla sintesi e sull’attività del testosterone. Come primo effetto quindi la forskolina si lega e aumenta la produzione di cAMP. Ma questo a suo volta attiva la proteina chinasi A dell'enzima, che influenza positivamente il legame del recettore degli androgeni.

Per non parlare del fatto che cAMP è anche un segnale per la produzione di testosterone (steroidogenesi) nelle cellule di Leydig dei testicoli. Questo in realtà è più importante di quanto non possa sembrare. Infatti determina anche un aumento dei livelli di StAR, proteina necessaria per la stimolazione degli enzimi coinvolti nella sintesi di testosterone a partire dal colesterolo. In sostanza, un alto cAMP porta a una cascata di eventi dall'aumento dei livelli elevati di ormone luteinizzante (LH) che si lega alla produzione di testosterone.

In un articolo pubblicato nel Journal of Obesity Research nel 2005, i ricercatori hanno dato ai partecipanti la forskolina nel corso di 12 settimane e hanno osservato un aumento medio del testosterone libero del 33%, con riduzione della massa grassa ed aumento di di quella (Godard, 2005). Uno studio del 2001 di Badmaev ha osservato risultati simili.

Di Giovanni e coll (1992) hanno valutato gli effetti degli ormoni steroidei (cioè testosterone e idrocortisone) sui recettori beta 2-adrenergici e la loro trasduzione del segnale nel miocita del tratto genitale. Perché la stimolazione del recettore beta-adrenergico determina un rilassamento della muscolatura liscia attraverso l'attivazione dell'adenilciclasi e la successiva produzione di AMP ciclico (cAMP). Studi di legame con i radioligandi hanno dimostrato che questi due ormoni steroidei hanno prodotto un aumento del 70-80% della densità dei recettori beta-2 adrenergici in questi miociti. La stimolazione dei recettori beta-2 adrenergici con isoproterenolo ha determinato un aumento significativo del cAMP nei miociti di controllo; le cellule trattate con testosterone per 24 ore hanno dimostrato una risposta comparabile all'isoproterenolo, mentre l'idrocortisone per 24 ore ha prodotto una risposta cAMP maggiore del 50%. E la stimolazione diretta con forskolina ha comportato una maggiore produzione di CAMP nei miociti trattati con testosterone rispetto ai controlli (Di Giovanni L et al, 1992).

Gli effetti di un agonista dell'LHRH sulla produzione di AMP ciclico e testosterone stimolati da LH e forskolina sono stati studiati in vitro anche su cellule di Leydig di ratto purificate, come dimostra il lavoro di Sullivan e coll (1984). La produzione di AMP ciclico stimolata dalla forskolina non è stata inibita dall'agonista LHRH. La forskolina ha aumentato la produzione di testosterone agli stessi livelli raggiunti dall'LH e la preincubazione con l'agonista dell'LHRH ha aumentato la produzione di testosterone stimolata sia dalla forskolina che dall'LH.

Bibliografia
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CBD e TERPENI

La pianta di Cannabis ed i suoi composti e derivati sono costituiti da un importante varietà di sostanze: dei 483 elementi identificati ad oggi, alcuni come i 66 cannabinoidi si ritrovano unicamente nella cannabis, mentre altri come i terpeni, i più abbondanti con oltre 140 membri, sono diffusi trasversalmente in tutto il regno vegetale.

CBD

Tra tutti i cannabinoidi, il CBD rappresenta il più promettente da un punto di vista farmacologico, grazie alla mancanza di psico-attività, insieme alla dimostrata efficacia antinfiammatoria, antiossidante, ansiolitica e neuro-protettiva.1

Nel novembre 2017 la WHO (The World Health Organization) classifica il CBD come sostanza non in grado di determinare abuso o dipendenza nell’uomo, non emergendo evidenze circa problemi di sanità pubblica correlati al suo consumo. Nel gennaio 2018 anche la World Anti-Doping Agency elimina il CBD dalle sostanze proibite all’uso degli atleti 2.

L’azione antinfiammatoria del CBD è mediata sia dall’interazione con i recettori vanilloidi, sia dall’inibizione della lipoossigenasi e ciclossigenasi 10,11 in studi animali si è visto infatti come raggiunga un’ efficacia analgesica centinaia di volte superiore all’aspirina 12,13

In uno studio del 2016 14 Hammell e coll. sottolineano l’efficacia antinfiammatoria del CBD se somministrato per via transdermica in un modello murino di dolore origine artritica. Dopo aver evocato lo stimolo doloroso tramite iniezione di CFA (Complete Freud’s adjuvant, sol. salina : olio di arachidi 1:1) vengono somministrate preparazioni di gel a base di CBD a diversa concentrazione (0.6, 3.1, 6.2 or 62.3 mg/die) ed analizzata la circonferenza dell’articolazione ed il grado di invasione di cellule infiammatorie nel tessuto. I risultati hanno mostrato come i gel a più alte dosi di CBD (6.2 e 62.3mg) riducevano di quasi il 50% lo spessore dei tessuti, rispetto alle preparazioni a più bassa concentrazione che non alteravano significativamente l’edema tissutale.

I numerosi effetti del CBD sulla trasmissione serotoninergica, mediati in particolare dal recettore 5-HT1A, forniscono un importante razionale per l’uso di questo ed altri fito-cannabinoidi nel trattamento dell’ansia. In un recente trial clinico randomizzato (Crippa et al, 2010)15 emerge come i pazienti con diagnosi di disturbo d’ansia sociale trattati con preparazioni a base CBD avevano netti miglioramenti in termini di riduzione dei sintomi cognitivi e ansiosi rispetto a placebo 15,16,17.

TERPENI

Solo negli ultimi anni è stato approfondito il ruolo della famiglia dei terpeni e dei flavonoidi, dotati loro stessi di intrinseche proprietà biologiche, i terpeni rappresentano il gruppo di sostanze volatili più numeroso, parte integrante dell’olio essenziale, meglio estraibile con distillazione in corrente di vapore. A differenza dei cannabinoidi sono questi che determinano il caratteristico aroma della pianta.

I terpeni sono composti farmacologicamente molto versatili: sono lipofilici, interagiscono canali ionici di membrana a livello di cellule muscolari e neuronali, sistemi neuro-recettoriali, recettori accoppiati a proteine 19,20,21,22.

Al pari di ogni altra sostanza attiva, hanno ciascuno propria attività biologica, ma sempre più interessante si rivela il loro possibile ruolo sinergico con i cannabinoidi, nell’amplificare alcune loro proprietà, come l’attività antiinfiammatoria, analgesica, ansiolitica, antidepressiva, antibatterica.

I terpeni più significativi dal punto di vista quantitativo e fisiologico per quanto concerne il possibile ruolo farmacologico, sono il β-Caryophyllene ed il β-Mircene.

Il Beta-cariofillene (β-Caryophyllene) è il più comune delle due forme di cariofillene, si ritrova anche in cannella, chiodi di garofano, pepe nero, origano, basilico, rosmarino e nel luppolo. Dell’ olio essenziale di Cannabis rappresenta circa il 18-20 % dell’olio essenziale.

Ha mostrato efficacia come analgesico24, antiossidante e la sua attività antinfiammatoria via PGE-1 simile a quella esercitata dall’indometacina, è paragonabile in potenza alla sostanza tossica fenilbutazone, ma differeza di questi agenti il cariofillene ha mostrato un effetto citoprotettivo nei confronti della mucosa gastrica 25.

Il Mircene, presente nell’olio essenziale in una percentuale del 22-23 %, è il più comune tra i monoterpenoidi presenti nella cannabis, e come il cariofillene possiede un’importante efficacia antinfiammatoria, analgesica ed ansiolitica 26,27 ed è largamente sfruttato nell’industria dei cosmetici.

Il mircene riduce l’infiammazione tramite la via delle prostaglandine (PGE-2) 26, inoltre, sempre in studi di laboratorio eseguiti su roditori, si è visto che il mircene agisce da muscolo-rilassante.
La più grande rivelazione riguardo il cariofillene è stata forse la dimostrazione dell’attività di agonismo selettivo nei confronti del recettore CB2, suggerendo ulteriori prove a supporto della possibile sinergia tra cannabinoidi e terpenoidi. 14,19,20,23

In uno studio del 2013 viene dimostrato che il Beta-Cariofillene somministrato oralmente possiede un effetto analgesico24 nel dolore infiammatorio e neuropatico di roditori CB2mediato. Questo era però assente veniva indotto un blocco selettivo del CB2r dal suo specifico antagonista SR144528. In questo senso trovano ragione teorie sull’effetto sinergico che può scaturire da preparazioni composte da cannabinoidi e molecole non cannabinoidi. In questo contesto si inserisce uno studio 35 preliminare del 2019 che indaga l’interazione tra il terpenoide Mircene e l’attività del TRVP1 (Nociceptive Transient Receptor Potential channel). Dai risultati emerge come il Mircene induca un flusso di ioni Ca2+ TRVP-mediato sensibilmente maggiore rispetto agli altri terpeni contenuti nell’estratto utilizzato, e come questo venga inibito dallo specifico antagonista del recettore TVRP1, la capsazepina.
Questi dati evidenziano quindi come il TVRP1 sia bersaglio, oltre che del THC e del CBD, anche di terpenoidi come il Mircene, suggerendone il potenziale terapeutico effetto analgesico 33.

Bibliografia
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